La siccità sta avendo un impatto devastante sull’agricoltura in Italia, con una riduzione significativa dei raccolti che minaccia la sicurezza alimentare e l’economia agricola.
Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l’agricoltura nel Centrosud. Avverte l’Associazione dei consorzi di bacino.
In Puglia, una delle regioni più colpite, si prevede una diminuzione del 60% nella produzione di olive, un duro colpo per l’industria olearia. La situazione è talmente grave che gli agricoltori hanno richiesto il riconoscimento dello stato di calamità. La mancanza di piogge e le elevate temperature hanno ridotto le rese per ettaro del grano duro fino al 50%, e si teme una drammatica diminuzione della produzione nei prossimi mesi.

Questa crisi idrica senza precedenti richiede interventi urgenti per garantire l’acqua necessaria alle colture e per ridurre gli sprechi che compromettono le risorse idriche già insufficienti. C’è necessità di investire in infrastrutture come invasi e sistemi di irrigazione avanzati per ottimizzare la fornitura idrica e affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico.
Le colture maggiormente colpite dalla siccità in Italia includono il mais, il riso, la soia e i girasoli, con riduzioni sostanziali delle rese. In particolare, il mais e il riso, essenziali per l’agricoltura del Nord Italia, stanno subendo gravi perdite. Anche l’olivicoltura è fortemente influenzata, con una previsione di calo del 30% per le olive, fondamentali per l’industria olearia, soprattutto in regioni come la Puglia.
La produzione di foraggio, vitale per l’allevamento e la zootecnia, è diminuita drasticamente, mettendo a rischio la produzione di latte e derivati. La situazione è critica anche per il basilico, ingrediente chiave del pesto alla genovese, che richiede una costante irrigazione per crescere adeguatamente. Le viti, da cui si ricava il vino, un prodotto di esportazione di grande valore, sono sotto osservazione per possibili perdite che potrebbero raggiungere il 30% in alcune zone.