Nonostante le temperature oltre la media che caratterizzano queste giornate di ottobre inoltrato, in molti stanno già pensando a come affrontare il freddo invernale, tenuto conto delle restrizioni già note sull’utilizzo dei termosifoni e sui rincari del gas.
Per questo motivo le famiglie italiane sarebbero più sollevate se trovassero dei sistemi di riscaldamento che possano sostituire le tradizionali caldaie a gas.
Tra i sistemi di riscaldamento più noti ed impiegati negli ultimi anni troviamo le stufe a pellet. Purtroppo però anche il pellet quest’anno ha subito un rincaro del 50%. Lo scorso anno il costo di un sacco di pellet di 15 Kg si aggirava intorno ai 5€ oggi invece costa 10€. La ragione di questo rincaro è da attribuire alla carenza di materiale sul mercato sempre a causa del conflitto.
Ovviamente sono tanti quelli che stanno cominciando a prendere in considerazione altre fonti di riscaldamento per non arrivare impreparati alla stagione invernale.
Ma esistono effettivamente delle alternative migliori e allo stesso tempo più economiche?
Una delle alternative più valide sembra essere quella di installare stufe che sono in grado di bruciare qualsiasi tipo di biomassa.
La biomassa è di origine organica ed è utile a produrre energia. Ne esistono di vario tipo che vengono utilizzati per il riscaldamento, tra i più noti troviamo: nocciolino di sansa, mais, gusci di frutta secca tritati e cippatino di legno.
Le caldaie a biomassa rappresentano una scelta ecologica, una fonte pulita e rinnovabile. La biomassa che viene bruciata favorisce l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera simile a quella che si verifica in natura.
Oltre ad essere energia pulita, garantisce un notevole risparmio sui costi e l’istallazione dà diritto a vantaggiosi incentivi e detrazioni fiscali.