• Ven. Gen 17th, 2025

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E IL CYBERBULLISMO

Gen 3, 2025

L’intelligenza artificiale (IA) può rendere la nostra vita più agevole in molte cose, semplificandoci quindi la vita. Ma, purtroppo, non sempre viene usata nella maniera giusta.

La tecnologia oggi è molto utilizzata nel corso delle nostre giornate odierne. Basti pensare, ad esempio, alle operazioni di routine che facciamo ogni volta che decidiamo di spostarci in un luogo o di raggiungere una meta, lontana o vicina la nostra casa.

È ormai automatico, attraverso il cellulare, fare ricorso all’applicazione di un servizio internet geografico, impostare il nome della destinazione e seguire le informazioni che, con gentilezza e determinazione, la voce inserita nella app ci indica e ci rinnova magari in caso di un errore o una svista stradale. Oppure, quando dobbiamo contattare qualcuno ormai il mezzo più veloce e sicuro è fare ricorso ai social che utilizziamo per inviargli un semplice messaggio o una mail. Insomma, oggi l’IA ci agevola la vita su non poche cose. Tuttavia, è importante sottolineare che la tecnologia non è utilizzata solo in questo.

A volte, infatti, essa è usata per compiere azioni di aggressione, discriminazione e molestia. Stiamo parlando del cyberbullismo, ovvero lo sfruttamento della tecnologia per mettere in atto dei gesti scorretti se non addirittura malvagi nei confronti di altre persone. Si tratta di un fenomeno che rappresenta una forma di prevaricazione e violenza perpetuata attraverso l’uso della rete telematica.

La principale differenza dal bullismo fisico e relativa all’assenza della relazione fisica: il bullo e la vittima potrebbero infatti anche non conoscersi, se non attraverso il nome dell’avatar di riferimento e dell’immagine del profilo presente sul proprio profilo. Spesso poi, se non sempre, può anche capitare che il bullo utilizzi un nome inventato e un’immagine particolare nascondendosi così dietro un “profilo falso” che non corrisponde alla persona e quindi più difficile da individuare. Un fattore, questo, che può incidere molto anche sull’intensità delle invettive con azioni diventino ancor più violente.

Un’altra differenza è che se il bullismo fisico può avvenire in un ambiente comune o in determinati contesti, il cyberbullismo invece può avvenire in un qualsiasi momento e questo rende più complicato alla vittima sottrarsi agli attacchi da parte di chi ne ha fatto un bersaglio. Il cyberbullismo si può manifestare in vari modi. Uno dei più frequenti consiste nell’invio di messaggi di tono aggressivo, violento e denigratorio ma può anche manifestarsi con l’invio di fotografie e/o video utilizzati allo scopo di offendere l’immagine della persona da colpire e/o di violarne la privacy.

Al giorno d’oggi questo fenomeno virtuale è presente in ogni ambito della nostra società, a cominciare dall’ambiente scolastico dove sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Per contrastare questa forma virtuale di bullismo oltre che il bullismo fisico, l’IA può essere una potente arma. Grazie all’IA, infatti, è possibile identificare fatti di violenza: parliamo del progetto BullyBuster.

Un progetto conosciuto anche come l’acchiappa-bulli, che consiste nello sviluppo di un sistema che sia in grado di determinare se in un luogo fisico, oppure tramite smartphone, si stanno compiendo azioni violente o minacce. Attraverso questo sistema sarà possibile segnalare in tempo reale se sono in corso azioni di bullismo in qualunque luogo questo sia compiuto. Sarà possibile controllare i toni e le azioni aggressive dei bulli e difendere le vittime. L’UNESCO nei tempi recenti ha promosso questo progetto, inserendolo tra i migliori progetti nell’elenco Top100.

Ma al di là dell’ausilio dell’IA, per far sì che il cyberbullismo (assieme al bullismo fisico) possa essere controllato e possa diminuire sempre di più, è doveroso che ciascuno di noi, ogni volta che si accinge ad usare i social, non deve mai dimenticare e tener presente ciò che vogliamo dire e fare realmente. Solo così sarà possibile entrare in relazione con la vita degli altri senza provocare ferite che a volte faticano a guarire, a volte anche mortali.

Immagine di freepik