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REGNO UNITO: STOP AI LAUREATI ITALIANI

Mag 23, 2022

Niente Regno Unito, apunto, per i laureati italiani che si vedono chiudere la porta verso la Gran Bretagna. Dal 30 maggio, per soggiornare nella terra d’Albione, i laureati dovranno avere un visto speciale che sarà concesso a tutti tranne che agli studenti del Belpaese.

Con l’obiettivo di attrarre giovani talenti, Londra ha ora varato il visto per laureati negli ultimi cinque anni in prestigiose università. Questi potranno ottenere un visto di due anni (o tre se in possesso di dottorato di ricerca) senza avere già un lavoro: ma la condizione è quella di provenire da una delle università elencate in una lista pubblicata dal governo di Londra.

Nell’elenco dei 37 atenei ai cui studenti verrà concesso il nuovo visto speciale gli americani la fanno da padroni.

Per gli italiani, però, non basta uscire da “La Normale” di Pisa, dalla Bocconi o dal Politecnico di Milano, eccellenze riconosciute: troppo scarse, secondo i britannici.

Ovviamente non è il passaporto che conta, ma l’università di provenienza: quindi i giovani italiani laureati in quelle università straniere, del famigerato elenco, potranno ottenere il nuovo visto speciale.

Per averlo, però, bisogna pagare 715 sterline (circa 900 euro), cui vanno aggiunti circa 750 euro l’anno di contributo al servizio sanitario inglese e infine bisogna dimostrare di avere sul proprio conto bancario 1270 sterline (circa 1500 euro).

Regno Unito, stop ai laureati italiani

Durante quei due (o tre) anni di permanenza in Gran Bretagna si potrà cercare lavoro e passare quindi a un visto permanente. Il nuovo visto per laureati si inquadra nella strategia britannica post-Brexit per passare da un modello di immigrazione basato sull’importazione di manodopera europea a basso costo e a bassa qualifica, come ad esempio baristi e camerieri, a un modello basato sull’attrazione di immigrati altamente qualificati da tutto il mondo.

Uno switch che sta già funzionando: mentre gli arrivi dalla Ue sono crollati, negli ultimi anni c’è stato il boom di ingressi di tecnici, ingegneri e simili dall’Asia e dall’Africa.

Il risultato è che l’uscita dall’Europa non ha comportato la chiusura dei cancelli, ma anzi li ha spalancati a un diverso tipo di immigrazione: di cui ora faranno parte anche gli Individui ad Alto Potenziale. Italiani esclusi, purtroppo.