Il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la direttiva Case Green il 12 marzo 2024. Questa direttiva ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 a effetto serra e il consumo energetico entro il 2030, in vista del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
La direttiva mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici residenziali, promuovendo la riduzione del consumo di energia e l’adozione di soluzioni più sostenibili per il riscaldamento e la climatizzazione. Tra le misure previste, vi sono:
- Ristrutturazioni: Ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale per ridurre progressivamente il consumo di energia degli edifici residenziali, con l’obiettivo di tagliare il 16% entro il 2030 e il 20-22% entro il 2035. Entro il 2050, il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni.
- Bonus casa: La direttiva avrà un forte impatto sugli incentivi per la ristrutturazione degli edifici. Ad esempio, le caldaie alimentate solo a metano non saranno più incentivabili dal 2025, e dal 2040 si prevede lo stop ai combustibili fossili.
- Sistemi ibridi: Si darà maggior peso ai sistemi ibridi, come quelli che combinano caldaie e pompe di calore, controllate da una centralina unica.
Queste misure sono fondamentali per affrontare la sfida del cambiamento climatico e promuovere un futuro più sostenibile per tutti.
L’Italia ha però espresso riserve riguardo alla direttiva sulle “case green” per diverse ragioni:
Costi di Adeguamento:
- L’adeguamento degli edifici alle nuove norme richiederà investimenti significativi. L’Italia ha sollevato preoccupazioni riguardo ai costi sostenuti dai proprietari e dalle imprese.
- Alcuni ritengono che gli incentivi finanziari previsti dalla direttiva potrebbero non essere sufficienti a coprire completamente i costi di ristrutturazione.
Impatto Economico:
- L’Italia ha una vasta gamma di edifici storici e culturali. La ristrutturazione potrebbe comportare sfide tecniche e finanziarie per preservare l’integrità di questi edifici.
- Alcuni settori industriali potrebbero subire impatti negativi a causa delle nuove norme.
Tempistiche e Flessibilità:
- La direttiva prevede scadenze rigorose per gli Stati membri. L’Italia potrebbe aver espresso preoccupazioni riguardo alla fattibilità di rispettare tali scadenze.
- La flessibilità nell’attuazione potrebbe essere un punto di discussione.
Complessità Amministrativa:
- L’attuazione della direttiva richiederà un coordinamento tra diverse autorità e organizzazioni. Questo potrebbe comportare una complessità amministrativa.
È importante notare che, nonostante le riserve, l’Italia è comunque impegnata a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e a contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Le discussioni e i negoziati continueranno per trovare un equilibrio tra gli obiettivi ambientali e le esigenze nazionali.