L’insonnia è uno dei numerosi disturbi che possono influenzare negativamente il riposo notturno. Le cause possono essere diverse, da alcune patologie neurologiche, allo stress e a uno stile di vita non corretto.
Il sonno svolge funzioni essenziali: è fondamentale, per esempio, per la regolazione del metabolismo, influenza i processi di memoria e la sua privazione e, nei casi più gravi, può avere un pesante impatto sulla salute, sia a breve che a lungo termine.
Dormire insomma non serve solo per riposare, distendere le rughe e ricaricare le batterie prima di ricominciare la frenesia quotidiana, ma ha anche funzioni preventive e anti-invecchiamento.
Di norma si ritiene che un terzo degli italiani adulti abbia sofferto di disturbi del sonno nel corso della propria vita, ma oggi la frequenza è in aumento a causa di frequenti stress e preoccupazioni contingenti o prolungate nel tempo: mancanza di attività fisica, stravolgimento dei ritmi quotidiani.
I disturbi del sonno hanno caratteristiche comuni: dormire male acutizza ulteriormente ansia e nervosismo, innescando un circolo vizioso che porta a sentirsi sempre stanchi. Da un’indagine, è risultato che per oltre il 90 per cento degli italiani tra i 35 e i 60 anni non riesce a dormire bene.
Tra le diverse cause che impediscono un buon riposo, quelle più considerate sono i traumi, uno stile di vita e un’alimentazione non adeguati, la stanchezza, alcune malattie, la menopausa e l’invecchiamento. Inoltre, sembra esistere anche una forma di insonnia da stress.
Quando si pensa ai disturbi del sonno, in genere si pensa all’insonnia, che effettivamente è quello con la maggiore prevalenza nella popolazione generale. Ma in base alla più recente classificazione internazionale, per gli esperti i disturbi del sonno sono innumerevoli: ci sono anche le ipersonnie (eccessiva sonnolenza), i disturbi del ritmo sonno-veglia e le parasonnie (tra cui il sonnambulismo).