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LA VIOLENZA CONTRO I SANITARI IN ITALIA

Ott 21, 2024

FENOMENO, CAUSE E NUOVE PENE

Negli ultimi anni, la violenza contro gli operatori sanitari in Italia è diventata un fenomeno preoccupante e diffuso, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Questo problema non solo minaccia la sicurezza dei professionisti della salute, ma compromette anche il corretto funzionamento del sistema sanitario, con ripercussioni dirette sui pazienti e sulla qualità del servizio.

Il fenomeno

La violenza contro i sanitari si manifesta sotto diverse forme: aggressioni verbali, minacce, intimidazione e, nei casi più gravi, violenze fisiche.

Secondo dati forniti dai sindacati e associazioni di categoria, gli episodi di violenza sono in aumento, con migliaia di denunce all’anno. Questa violenza avviene all’interno di strutture ospedaliere e di pronto soccorso, ma anche in contesti ambulatoriali e domiciliari, rendendo difficile per i sanitari lavorare in un ambiente sicuro.

Le cause

Le cause della violenza contro i sanitari, sono molteplici e complesse. Una delle principali è la crescente pressione sul sistema sanitario italiano, aggravato dalla pandemia di Covid-19 che ha messo sotto stress le strutture ospedaliere ed ha esacerbato l’insoddisfazione dei pazienti. L’aumento dei tempi di attesa, la carenza di personale e le limitate risorse a disposizione sono spesso fattori scatenanti per i pazienti e i loro familiari, che sfogano la propria frustrazione sui sanitari, percepiti come i diretti responsabili del disservizio.

Inoltre, la scarsa conoscenza del lavoro e del ruolo dei professionisti sanitari alimenta incomprensioni e conflitti.

Un’altra causa è la crescente precarizzazione delle condizioni di lavoro non ottimali e retribuzioni non sempre adeguate. Questi fattori, uniti ad una maggiore esposizione a situazioni di stress, contribuiscono a creare un ambiente di lavoro insicuro e a incrementare il rischio di aggressioni.

Foto di Tung Nguyen da Pixabay

I soggetti colpiti

I soggetti più colpiti dalla violenza sono medici, infermieri, operatori socio- sanitari e personale di pronto soccorso. Tuttavia, non sono immuni neanche altre categorie professionali come tecnici di laboratorio e autisti di ambulanza. Le aggressioni sono spesso perpetrate dai pazienti, familiari o accompagnatori esasperati, che non accettano ritardi o esiti negativi dei trattamenti, vedendo nei sanitari un bersaglio per la propria frustrazione.

Gli effetti

Le conseguenze di queste violenze sono gravi e si ripercuotono su più livelli. Sul piano individuale, i sanitari vittime di aggressioni possono sviluppare disturbi psicologici come ansia, depressione e sindrome da stress post traumatico, che compromettono la loro capacità di svolgere il lavoro in maniera efficace.

Sul piano organizzativo, la presenza di un ambiente di lavoro pericoloso può portare ad un aumento dell’assenteismo, ad una diminuzione della produttività e alla fuga di personale altamente qualificato dal settore pubblico verso quello privato, aggravando ulteriormente la carenza di operatori sanitari.

Sul piano socio-economico, le violenze contro i sanitari generano costi elevati per il sistema sanitario nazionale.

Le spese mediche per curare le vittime di aggressione, il ricorso a legali e l’implementazione di misure di sicurezza aumentano il carico finanziario sulle strutture sanitarie, già sotto pressione per via dei tagli al settore. Inoltre, la qualità del servizio offerto ai pazienti subisce un inevitabile peggioramento, con ripercussioni sul benessere della popolazione e sulla fiducia dei cittadini nei confronti del sistema sanitario.

Le nuove pene

In risposta a questo preoccupante fenomeno, il governo italiano ha recentemente introdotto pene più severe per contrastare le aggressioni contro i sanitari. La nuova normativa prevede un inasprimento delle pene per chi commette reati di violenza contro personale sanitario, cin una reclusione che può arrivare fino a 16 anni nei casi più gravi. Viene inoltre istituita in aggravante specifica per le aggressioni a danno di sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, riconoscendo il particolare ruolo sociale e di tutela alla salute pubblica svolta da queste figure.

Un altro aspetto innovativo della normativa è l’introduzione di protocolli di sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Si tratta di misure preventive, come la presenza di forze dell’ordine nei pronto soccorso, l’installazione di telecamere di sorveglianza, volte a garantire la sicurezza degli operatori sanitari e a dissuadere i potenziali aggressori.

La distribuzione del fenomeno in Italia

Il fenomeno della violenza contro i sanitari è diffuso in tutto il territorio italiano, ma alcune regioni risultano particolarmente colpite. A Sud, dove le carenze strutturali del sistema sanitario sono più accentuate, si registrano più episodi di violenza, soprattutto nelle Regioni della Calabria, Campania e Sicilia. Tuttavia, anche in regioni del Nord come Lombardia e Piemonte, la violenza contro i sanitari è un problema significativo, seppur per motivazioni diverse, spesso legate al sovraffollamento delle strutture sanitarie e alla pressione sulle risorse.

Conclusioni

La violenza contro i sanitari rappresenta una grave minaccia per l’efficacia e la sostenibilità del sistema sanitario italiano. Non si tratta di un fenomeno isolato o temporaneo, ma di un problema strutturale che richiede interventi coordinati e multidimensionali.

L’introduzione di pene più severe è certamente un passo avanti, ma da sola non è sufficiente.

È necessario migliorare le condizioni di lavoro dei sanitari, incrementare le risorse destinate alla sanità pubblica e promuovere una maggiore consapevolezza del ruolo che gli operatori sanitari svolgono nella società.

Solo attraverso un approccio integrato, che coinvolga istituzioni, professionisti e cittadini, sarà possibile arginare questa preoccupante deriva e garantire un ambiente di lavoro sicuro per chi si prende cura della salute pubblica.

(Carmela Tiso)

Foto di Bruno da Pixabay