Fra studenti in dad, insegnanti in ritiro per Covid (per malattia o quarantena), graduatorie supplenti vuote e liste Mad (messa a disposizione) esaurite, le aule scolastiche diventano deserte. Capita però che gli studenti ci sono ma mancano i professori e in tal caso i ragazzi si ritrovano in classe per ore senza fare niente, per di più con le finestre aperte in pieno inverno per consentire il ricambio d’aria, una delle regole principali per arginare i contagi.
Giorni scorsi alcuni studenti di un liceo artistico di Napoli hanno esposto, fuori dal cancello dell’Istituto, un cartello con scritto “Cercasi professori”. Riuniti in assemblea, i giovani chiedono a gran voce alla dirigenza scolastica di trovare soluzioni alla insufficienza di docenti. Inoltre, viene lamentata anche la carenza delle prime norme di sicurezza anti Covid, e cioè: sanificazione delle aule, mascherine FFP2 che sono ancora a carico delle famiglie, tracciamento del tasso di positività, nonché una efficiente digitalizzazione per permettere agli studenti, in caso di necessità, di svolgere regolarmente la didattica mista.
Tra l’altro agli studenti dell’Istituto, sempre causa pandemia, non è neanche consentito di mangiare in classe con relativa pausa pranzo né di poter usufruire dei laboratori, strumenti fondamentali per determinate discipline, in quanto adibiti a classi regolari.
Il disagio fisico ed emotivo espresso dai ragazzi, dimostra che benché siano passati due anni dall’inizio della Pandemia, ancora non si sono trovati i mezzi per garantire, a studenti ed insegnanti, un rientro in classe in sicurezza.
Gli alunni, quindi, fanno sentire la propria voce esprimendo tutto il loro disappunto chiedendo a pieno diritto tutele per la propria salute e per quella delle loro famiglie.
Questa condizione non riguarda solo le scuole di Napoli ma, senza distinzione, è diffusa in tutta Italia da Nord a Sud. Tra furti, riscaldamenti fuori uso e pericolo di contagio, i genitori preferiscono tenere i propri figli a casa.