Migliorare il livello di istruzione e formazione in Europa è uno degli obiettivi fondamentali nelle politiche dell’Unione Europea.
La strategia per la crescita e l’occupazione “Europa 2000”, voluta dall’Ue nel 2010 ha l’obiettivo appunto di creare quelle condizioni di crescita e sviluppo sostenibile e solidale. Ogni Stato Membro dovrà contribuire per raggiungere, nel 2030, i livelli di riferimento medi europei nei settori dell’istruzione e della formazione.
Di seguito alcuni dati di Noi Italia 2023 dell’Istat.
- Nel 2021, in Italia, la spesa pubblica per istruzione rappresenta il 4,1% del Pil, a fronte di una media Ue del 4,9%.
- Nel 2022, la quota di adulti con, al più, la licenza media, è stimata al 37,4%. La quota è maggiore nella componente maschile (40,1%), rispetto a quella femminile (34,8%).
- Nel 2022, la percentuale di giovani d’età tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è dell’11,5%. Nel Mezzogiorno, l’incidenza raggiunge il 15,1%.
- Nel 2022, in Italia, i giovani tra i 30 e i 34 anni con un titolo di studio terziario sono il 27,4%; quelli tra i 25 e i 34 anni sono il 29,2%. In entrambe le classi di età, Il divario di genere è molto ampio e a favore delle donne.
- Nel 2022, i Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0% della popolazione d’età tra i 15 e i 29 anni. Nel Mezzogiorno, l’incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord.
- Nel 2022, la partecipazione degli adulti alle attività formative interessa il 9,6% della popolazione d’età tra i 25 e i 64 anni. La quota resta stabile, rispetto al 2021, anno nel quale si è registrato un importante aumento dopo il significativo calo del 2020, dovuto certamente alle limitazioni governative agli spostamenti e alle attività imposte per arginare la pandemia COVID-19.
Senza ombra di dubbio l’istruzione e la formazione sono di particolare importanza, sia per il pieno e consapevole esercizio dei diritti di cittadinanza, sia per la valorizzazione del capitale umano.
Un’adeguata istruzione dei giovani porta sicuramente a maggiori opportunità di lavoro, retribuzioni più alte, migliori condizioni di salute e maggiore impegno sociale della persona, con effetti positivi sull’intera collettività.