Prato cominciò a diventare famosa e ricca di lavoro grazie ai “cenciaioli”.
Nel dopoguerra era difficile trovare un’occupazione e a Prato si faceva il tessitore oppure appunto il cenciaiolo. Un’attività che comportava un basso costo in quanto gli stracci da foderare richiedevano un minimo investimento. Con questo lavoro venivano addestrati giovanissimi in cerca di occupazione per guadagnare qualche soldo.
Un lavoro che costava fatica ma anche carico di entusiasmo da parte dei lavoratori.
Ma cos’è lo straccio? A Prato lo straccio è il vestito usato proveniente da ogni parte del mondo per essere “rigenerato”. Giacche, cappotti, gonne, pantaloni, divise militari, abiti da sera, abiti da lavoro. Giungevano a Prato in balle, con navi e treni. Nei magazzini di cenci gli sfoderatori eliminano dallo straccio fodere e cuciture di cotone; recuperano bottoni, filetti di ferro, pezzi di cartone, pelliccette; selezionano la lana a seconda della tipologia, della qualità e del colore.
La lana selezionata, attraverso un procedimento chimico che elimina la fibra vegetale eventualmente presente, viene unita alla lana vergine, fino a essere trasformata in filo e, quindi, in tessuto.
A causa della fatica che comportava questo mestiere, fra condizioni igieniche pessime in quanto gli abiti non erano lavati e potevano essere infestati dalle pulci, e posizioni scomode che portavano a bruttissimi reumatismi e mani distrutte, a causa delle stoffe difficili da sfoderare in quanto molto resistenti, il mestiere del cenciaiolo è andato via via scomparendo.
Per continuare la tradizione pratese, nel prossimo mese di marzo verranno attivati, in alcune aziende tessili della città di Prato, 5 tirocini per giovani stranieri che hanno subito situazioni di sfruttamento.
Il progetto “Nei nostri panni – cenciaioli si diventa”, presentato nel Comune di Prato e promosso dall’azienda “Rifo’” e dalla fondazione “Opera di Santa Rita”, con l’aiuto del servizio sociale e immigrazione dello stesso comune.
I tirocinanti verranno scelti tra le 80 persone rientranti nel sistema accoglienza e integrazione.