L’adozione di pratiche rispettose dell’ambiente e l’investimento in tecnologie avanzate stanno guidando la crescita dell’acquacoltura in Europa. Questo approccio contribuisce non solo a garantire la disponibilità continua di prodotti ittici di alta qualità ma anche a ridurre l’impatto ambientale negativo.
L’acquacoltura è una pratica antica che consiste nell’allevamento controllato di organismi acquatici come pesci, crostacei, molluschi e alghe. Questa forma di produzione alimentare si distingue dalla pesca tradizionale perché non si basa sul prelievo da stock naturali, ma sulla creazione di condizioni ottimali per la crescita e la riproduzione di specie selezionate.
Gli ambienti utilizzati per l’acquacoltura possono variare da peschiere e vivai a gabbie marittime, e la scelta dipende dal tipo di allevamento, che può essere estensivo, intensivo o iperintensivo.
L’acquacoltura offre numerosi vantaggi, tra cui la riduzione della pressione sulla pesca selvatica, contribuendo così alla conservazione delle specie marine e alla biodiversità. Permette un controllo più accurato sulla qualità e sulla sicurezza alimentare dei prodotti ittici, e può essere sostenibile se gestita correttamente, con sistemi che minimizzano l’impatto ambientale e promuovono il benessere degli animali allevati. Inoltre, l’acquacoltura può contribuire all’economia locale, creando posti di lavoro e fornendo una fonte costante di cibo.
Tuttavia, presenta anche degli svantaggi. L’allevamento intensivo può portare a problemi di inquinamento dell’acqua a causa dell’uso di mangimi e farmaci, e può causare la diffusione di malattie tra gli organismi acquatici. Inoltre, le strutture di acquacoltura possono alterare gli habitat naturali e influenzare negativamente le specie selvatiche locali.
Infine, l’acquacoltura può richiedere un uso intensivo di risorse, come l’acqua e l’energia, oltre ad emissioni di gas serra derivanti dalla produzione e dal trasporto dei mangimi.
Per mitigare questi impatti, è fondamentale adottare pratiche di acquacoltura responsabili e sostenibili, che includano l’uso di mangimi alternativi, il miglioramento delle tecniche di gestione, e l’implementazione di tecnologie innovative per ridurre l’impronta ecologica del settore.
Oggi, l’acquacoltura rappresenta un settore economico significativo, contribuendo a circa il 31% della produzione globale di pesce. Con una crescita annuale per molte specie oltre il 10%, l’acquacoltura si presenta come una risorsa vitale per la sostenibilità alimentare, offrendo un’alternativa alla pesca eccessiva e contribuendo alla conservazione delle specie marine.
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