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L’ACQUACOLTURA PUO’ ESSERE SOSTENIBILE

Giu 18, 2024

L’adozione di pratiche rispettose dell’ambiente e l’investimento in tecnologie avanzate stanno guidando la crescita dell’acquacoltura in Europa. Questo approccio contribuisce non solo a garantire la disponibilità continua di prodotti ittici di alta qualità ma anche a ridurre l’impatto ambientale negativo.

L’acquacoltura è una pratica antica che consiste nell’allevamento controllato di organismi acquatici come pesci, crostacei, molluschi e alghe. Questa forma di produzione alimentare si distingue dalla pesca tradizionale perché non si basa sul prelievo da stock naturali, ma sulla creazione di condizioni ottimali per la crescita e la riproduzione di specie selezionate.

Gli ambienti utilizzati per l’acquacoltura possono variare da peschiere e vivai a gabbie marittime, e la scelta dipende dal tipo di allevamento, che può essere estensivo, intensivo o iperintensivo.

Oggi, l’acquacoltura rappresenta un settore economico significativo, contribuendo a circa il 31% della produzione globale di pesce. Foto di Tapani Hellman da Pixabay

L’acquacoltura offre numerosi vantaggi, tra cui la riduzione della pressione sulla pesca selvatica, contribuendo così alla conservazione delle specie marine e alla biodiversità. Permette un controllo più accurato sulla qualità e sulla sicurezza alimentare dei prodotti ittici, e può essere sostenibile se gestita correttamente, con sistemi che minimizzano l’impatto ambientale e promuovono il benessere degli animali allevati. Inoltre, l’acquacoltura può contribuire all’economia locale, creando posti di lavoro e fornendo una fonte costante di cibo.

Tuttavia, presenta anche degli svantaggi. L’allevamento intensivo può portare a problemi di inquinamento dell’acqua a causa dell’uso di mangimi e farmaci, e può causare la diffusione di malattie tra gli organismi acquatici. Inoltre, le strutture di acquacoltura possono alterare gli habitat naturali e influenzare negativamente le specie selvatiche locali.

Infine, l’acquacoltura può richiedere un uso intensivo di risorse, come l’acqua e l’energia, oltre ad emissioni di gas serra derivanti dalla produzione e dal trasporto dei mangimi.

Per mitigare questi impatti, è fondamentale adottare pratiche di acquacoltura responsabili e sostenibili, che includano l’uso di mangimi alternativi, il miglioramento delle tecniche di gestione, e l’implementazione di tecnologie innovative per ridurre l’impronta ecologica del settore.

Oggi, l’acquacoltura rappresenta un settore economico significativo, contribuendo a circa il 31% della produzione globale di pesce. Con una crescita annuale per molte specie oltre il 10%, l’acquacoltura si presenta come una risorsa vitale per la sostenibilità alimentare, offrendo un’alternativa alla pesca eccessiva e contribuendo alla conservazione delle specie marine.

Foto di Tapani Hellman da Pixabay