Il 15 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Sono 150 i Paesi nel mondo che, in occasione di questo evento, organizzano numerose iniziative: mostre, spettacoli culturali, maratone, marce per la fame ma anche concorsi e concerti.
Il dibattito internazionale di quest’anno è stato: “accelerare la trasformazione verso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili, per una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno”.
Sono ancora più di 3 miliardi le persone – in Italia 5,6 milioni vivono in povertà – che non possono garantirsi un’alimentazione adeguata alla propria salute e la situazione è peggiorata sensibilmente a causa delle conseguenze della pandemia da Covid-19.
La pandemia ha reso ancora più difficile per gli agricoltori – già alle prese con eventi climatici variabili ed estremi – vendere i loro raccolti, mentre l’aumento della povertà sta spingendo un numero sempre crescente di cittadini a ricorrere alle banche alimentari, e milioni di persone richiedono aiuti alimentari di emergenza. Si stima che si renderanno necessari sistemi agroalimentari sostenibili, in grado di nutrire 10 miliardi di persone entro il 2050.
Se miliardi di persone non hanno di che nutrirsi, di contro, lo spreco alimentare è sempre più un tema che fa discutere.
Uno sviluppo più sostenibile implica non solo un cambio di paradigma di produzione e consumo, ma anche una riduzione degli sprechi e delle perdite alimentari.
Obiettivo n. 2 “ZERO FAME” dell’Agenda 2030, dedica al tema dell’alimentazione diversi obiettivi di sviluppo sostenibile e prevede che la comunità internazionale entro 9 anni ponga fine alla fame e all’insicurezza alimentare.
Il sistema agroalimentare deve diventare sempre più un sistema sostenibile preservando la biodiversità riducendo al contempo anche gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.