Mentre alcuni paesi europei, come Francia e Germania, stanno progressivamente eliminando il glifosato, in Italia è ancora utilizzato, ma con alcune restrizioni. L’Unione Europea ha rinnovato l’autorizzazione per il suo impiego fino al 2033, seppur con limiti più severi. Ad esempio, non può essere usato per disseccare il raccolto e il suo utilizzo è vietato in parchi, giardini, campi sportivi, aree gioco per bambini, scuole e strutture sanitarie.

In Italia, il Decreto Ministeriale n. 660087 del 2022 stabilisce che il glifosato può essere impiegato solo su alcune colture, seguendo le regole della difesa integrata o della produzione biologica. Tuttavia, alcune colture, come il frumento duro, possono ancora essere trattate con glifosato, rispettando le quantità massime indicate in etichetta.

Alcuni prodotti agricoli dello Stivale possono contenere residui di glifosato, ma con limiti regolamentati. Ecco cosa emerge dalle ultime disposizioni:

  • Colture soggette a restrizioni: il glifosato è vietato su leguminose e foraggere, mentre può essere usato su colture da rinnovo come il frumento duro, ma solo seguendo le regole della difesa integrata.
  • Dosi massime consentite: il regolamento UE stabilisce un limite di 1,44 kg di glifosato per ettaro all’anno per l’agricoltura, con restrizioni più severe per altre applicazioni.
  • Nuove impurezze regolamentate: sono stati introdotti limiti per alcune sostanze presenti nei prodotti a base di glifosato, come la formaldeide e la trietilammina, per ridurre i rischi per la salute

Alcuni test recenti hanno evidenziato la presenza di glifosato e altri pesticidi in diversi prodotti alimentari, in particolare nella pasta. Anche se le quantità rilevate rientrano nei limiti di legge, la presenza costante di questi residui solleva dubbi sulla sicurezza alimentare.

  • Possibile cancerogenicità: L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo”. Tuttavia, altre organizzazioni come l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA (EPA) sostengono che non ci siano prove sufficienti per confermare un legame diretto con il cancro.
  • Interferenza con il sistema endocrino: Alcuni studi indicano che il glifosato potrebbe agire come un interferente endocrino, alterando l’equilibrio ormonale del corpo umano.
  • Effetti sul microbiota intestinale: L’esposizione prolungata potrebbe influenzare negativamente la flora intestinale, con possibili ripercussioni sulla salute generale.
  • Danni renali: Alcune ricerche suggeriscono che il glifosato potrebbe avere un impatto sul funzionamento renale, specialmente in caso di esposizione prolungata.

L’esposizione al glifosato avviene principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati, l’inalazione o il contatto diretto nelle attività agricole.

Ecco alcuni consigli per difendersi:

  • Controllare l’origine del grano: scegliere prodotti con etichette che indicano “Grano 100% italiano” o provenienza certificata UE.
  • Preferire prodotti biologici: la produzione biologica vieta l’uso di glifosato e altri pesticidi chimici.
  • Evitare diciture generiche: se sull’etichetta si legge “grano di origine UE/non UE”, potrebbe includere cereali provenienti da Paesi con regolamentazioni meno rigide.
  • Consultare test indipendenti: alcune riviste e associazioni pubblicano analisi sui livelli di contaminazione nei prodotti più venduti.

Immagine di freepik

Un pensiero su “GLIFOSATO: RISCHI E REGOLE”
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